Intervista a Maddalena Mantovani, autrice del thriller “Prima la voce”.
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23/03/2023 | Bookpress
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Maddalena Mantovani è nata nel 1973 e vive a Verona. Laureata in giurisprudenza, lavora nella Pubblica Amministrazione. Scrive racconti fin da quando era un'adolescente; “Prima la voce”, edito da Parallelo45edizioni, è il suo romanzo d'esordio.
«Ci presenti il tuo romanzo “Prima la voce”?»
È un romanzo ispirato da un episodio autobiografico. In occasione di un viaggio a Roma, ho visitato la Galleria Doria Pamphilj e quando ho iniziato ad ascoltare l'audioguida sono rimasta colpita dal fatto che la voce registrata appartenesse a un membro della storica Famiglia. È stato allora che ho concepito la storia immaginando una ragazza che viveva un'esperienza simile, ma che di quella voce finiva per invaghirsi. Tuttavia, mi piaceva l'idea di una narrazione avvincente e misteriosa, così nella trama è comparso un omicidio e il libro si è arricchito di suspense.
«La tua è un'opera d'esordio. Quali sono i motivi che ti hanno spinta a intraprendere la carriera di scrittrice?»
Scrivere per me è un modo per vivere “altre vite”. È un po' come quando mi siedo sulla poltrona di un cinema, con la differenza che davanti al grande schermo ho un ruolo passivo, mentre con la scrittura posso far volare la mia fantasia. Anche leggendo mi ritaglio vite parallele, e con la scrittura mi diverte pensare di offrire a chi prende in mano il mio libro l'occasione di aprirsi una parentesi nella routine di tutti i giorni. Mi appassiona l'idea di coinvolgere il lettore, di riuscire a distoglierlo da altro, attraendolo nelle vicende della storia fino al punto di non riuscire a mollare la lettura per il desiderio di voler arrivare a scoprire la verità.
«La protagonista del tuo romanzo, Emma, è una studentessa universitaria; sta preparando una tesi su Caravaggio e per questo motivo va a visitare un antico palazzo a Roma, nella cui pinacoteca sono conservati alcuni dipinti del celebre pittore. Dalla tua opera: “Era stato proprio quel realismo ad aver fatto nascere in lei la passione per il Caravaggio: voleva indagare nell'attenzione smisurata che il pittore dedicava alla realtà, colta nella sua intensa drammaticità”. La scelta ricaduta su Caravaggio e sul suo mondo oscuro e violento è simbolicamente legata alla vicenda narrata?»
In realtà si è trattato di un omaggio, diciamo così, al mio pittore preferito. Io mi lascio facilmente emozionare dalla pittura e amo visitare i musei e le gallerie d'arte. Trovo che davvero l'anima, attraverso l'opera d'arte, attraverso la contemplazione della bellezza, possa nutrirsi e provare sensazioni di pace e serenità.
«La tua opera è ambientata in poco più di un giorno principalmente in un commissariato di polizia romano. Al suo interno avvengono gli incroci tra i diversi personaggi di questa storia, e si introduce inoltre la figura del commissario Damiani, una donna davvero sui generis. Vorresti descrivercela? A chi, tra personaggi reali o di finzione, ti sei ispirata per delineare la sua caratterizzazione?»
La dottoressa Damiani è in effetti un personaggio bizzarro che mi è piaciuto molto caratterizzare, senza alcun riferimento a una persona particolare. È una donna ormai a fine carriera, che incarna la professionista esperta, ma anche la donna sensibile, capace di mettersi in ascolto e di entrare in sintonia con le persone. In alcuni momenti il suo comportamento spiazza e lascia perplessi, tanto da far dubitare delle sue capacità di giudizio, ma è proprio il suo essere un personaggio così particolare a renderla amabile.
«Nel tuo thriller cogli l'occasione per parlare di tematiche importanti: si accenna infatti allo stalking e alla violenza sulle donne. Quali sono i messaggi che hai voluto veicolare attraverso la storia da te raccontata?»
Per quanto nel corso del libro ci possa essere l'occasione di soffermarsi e riflettere su qualche tema di attualità, il mio intento è essenzialmente quello di trasmettere emozioni e suscitare empatia. Ho voluto dare spazio al tema della violenza sulle donne, seppure marginalmente, perché trovo che ci sia ancora molta strada da fare rispetto alla condizione femminile. Abbiamo appena festeggiato la Festa della Donna, e l'impressione è che alcune tematiche non perdano mai la loro drammatica attualità, basti pensare ai diritti negati alle donne afgane o alle ragazze iraniane...
«So che hai una particolare passione per i gialli e i thriller. Quali sono le opere e gli autori che più ti hanno influenzata?»
Tra i contemporanei mi piacciono Alicia G. Bartlett, Joel Dicker e Gianrico Carofiglio, ma resto comunque affezionata ai maestri del passato, e penso soprattutto ai romanzi di Agatha Christie e di Georges Simenon.
«Sei al lavoro su un nuovo romanzo? Puoi darci qualche anticipazione?»
Sì, sto scrivendo il mio secondo romanzo, e in questo caso posso anticipare che i delitti non saranno uno soltanto, bensì due! Qualche tempo fa mi sono trovata a rileggere un racconto che avevo scritto qualche anno fa; mi piace molto e così ho deciso di riprenderlo in mano facendolo diventare una storia di maggior respiro. Ho già preso confidenza con i protagonisti, che vengono spesso a solleticarmi durante la giornata e ad attrarmi nel loro mondo...Sono sicura che finirò per affezionarmi anche a loro così com'è stato per i personaggi di Prima la voce.
Contatti
https://www.instagram.com/maddalena.mantovani/?hl=en
www.parallelo45edizioni.it
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Link di vendita online
https://www.parallelo45edizioni.it/product/prima-la-voce-maddalena-mantovani/
https://www.amazon.it/Prima-voce-Maddalena-Mantovani/dp/888550339X
«Ci presenti il tuo romanzo “Prima la voce”?»
È un romanzo ispirato da un episodio autobiografico. In occasione di un viaggio a Roma, ho visitato la Galleria Doria Pamphilj e quando ho iniziato ad ascoltare l'audioguida sono rimasta colpita dal fatto che la voce registrata appartenesse a un membro della storica Famiglia. È stato allora che ho concepito la storia immaginando una ragazza che viveva un'esperienza simile, ma che di quella voce finiva per invaghirsi. Tuttavia, mi piaceva l'idea di una narrazione avvincente e misteriosa, così nella trama è comparso un omicidio e il libro si è arricchito di suspense.
«La tua è un'opera d'esordio. Quali sono i motivi che ti hanno spinta a intraprendere la carriera di scrittrice?»
Scrivere per me è un modo per vivere “altre vite”. È un po' come quando mi siedo sulla poltrona di un cinema, con la differenza che davanti al grande schermo ho un ruolo passivo, mentre con la scrittura posso far volare la mia fantasia. Anche leggendo mi ritaglio vite parallele, e con la scrittura mi diverte pensare di offrire a chi prende in mano il mio libro l'occasione di aprirsi una parentesi nella routine di tutti i giorni. Mi appassiona l'idea di coinvolgere il lettore, di riuscire a distoglierlo da altro, attraendolo nelle vicende della storia fino al punto di non riuscire a mollare la lettura per il desiderio di voler arrivare a scoprire la verità.
«La protagonista del tuo romanzo, Emma, è una studentessa universitaria; sta preparando una tesi su Caravaggio e per questo motivo va a visitare un antico palazzo a Roma, nella cui pinacoteca sono conservati alcuni dipinti del celebre pittore. Dalla tua opera: “Era stato proprio quel realismo ad aver fatto nascere in lei la passione per il Caravaggio: voleva indagare nell'attenzione smisurata che il pittore dedicava alla realtà, colta nella sua intensa drammaticità”. La scelta ricaduta su Caravaggio e sul suo mondo oscuro e violento è simbolicamente legata alla vicenda narrata?»
In realtà si è trattato di un omaggio, diciamo così, al mio pittore preferito. Io mi lascio facilmente emozionare dalla pittura e amo visitare i musei e le gallerie d'arte. Trovo che davvero l'anima, attraverso l'opera d'arte, attraverso la contemplazione della bellezza, possa nutrirsi e provare sensazioni di pace e serenità.
«La tua opera è ambientata in poco più di un giorno principalmente in un commissariato di polizia romano. Al suo interno avvengono gli incroci tra i diversi personaggi di questa storia, e si introduce inoltre la figura del commissario Damiani, una donna davvero sui generis. Vorresti descrivercela? A chi, tra personaggi reali o di finzione, ti sei ispirata per delineare la sua caratterizzazione?»
La dottoressa Damiani è in effetti un personaggio bizzarro che mi è piaciuto molto caratterizzare, senza alcun riferimento a una persona particolare. È una donna ormai a fine carriera, che incarna la professionista esperta, ma anche la donna sensibile, capace di mettersi in ascolto e di entrare in sintonia con le persone. In alcuni momenti il suo comportamento spiazza e lascia perplessi, tanto da far dubitare delle sue capacità di giudizio, ma è proprio il suo essere un personaggio così particolare a renderla amabile.
«Nel tuo thriller cogli l'occasione per parlare di tematiche importanti: si accenna infatti allo stalking e alla violenza sulle donne. Quali sono i messaggi che hai voluto veicolare attraverso la storia da te raccontata?»
Per quanto nel corso del libro ci possa essere l'occasione di soffermarsi e riflettere su qualche tema di attualità, il mio intento è essenzialmente quello di trasmettere emozioni e suscitare empatia. Ho voluto dare spazio al tema della violenza sulle donne, seppure marginalmente, perché trovo che ci sia ancora molta strada da fare rispetto alla condizione femminile. Abbiamo appena festeggiato la Festa della Donna, e l'impressione è che alcune tematiche non perdano mai la loro drammatica attualità, basti pensare ai diritti negati alle donne afgane o alle ragazze iraniane...
«So che hai una particolare passione per i gialli e i thriller. Quali sono le opere e gli autori che più ti hanno influenzata?»
Tra i contemporanei mi piacciono Alicia G. Bartlett, Joel Dicker e Gianrico Carofiglio, ma resto comunque affezionata ai maestri del passato, e penso soprattutto ai romanzi di Agatha Christie e di Georges Simenon.
«Sei al lavoro su un nuovo romanzo? Puoi darci qualche anticipazione?»
Sì, sto scrivendo il mio secondo romanzo, e in questo caso posso anticipare che i delitti non saranno uno soltanto, bensì due! Qualche tempo fa mi sono trovata a rileggere un racconto che avevo scritto qualche anno fa; mi piace molto e così ho deciso di riprenderlo in mano facendolo diventare una storia di maggior respiro. Ho già preso confidenza con i protagonisti, che vengono spesso a solleticarmi durante la giornata e ad attrarmi nel loro mondo...Sono sicura che finirò per affezionarmi anche a loro così com'è stato per i personaggi di Prima la voce.
Contatti
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